TISANA ALLA CAMOMILLA (54)

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TISANA ALLA CAMOMILLA (54)

€12.00

Tisana composta da ingredienti naturali che hanno proprietà rilassanti e calmanti. La camomilla è nota per i suoi effetti sedativi, il papavero per le sue proprietà analgesiche, la lavanda per i suoi effetti antistress e il biancospino per le sue proprietà cardio-toniche. Il sapore della tisana è dolce e delicato, con un aroma floreale. È perfetta da gustare prima di andare a dormire o in qualsiasi momento della giornata in cui si desidera rilassarsi e ritrovare la calma.

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TISANA ALLA CAMOMILLA COMPOSTA (54)

INGREDIENTI: Camomilla fiori, Papavero fiori, Lavanda fiori, Biancospino fiori.

USO: Infuso.
Un cucchiaio della miscela in una tazza d’acqua bollente, far riposare 10 mi-nuti, indi filtrare e bere dopo la cena.

CONFEZIONE: Busta da 80g

EAN: 8059006720278

PIANTE UTILIZZATE: Camomilla fiori, Papavero fiori, Lavanda fiori, Biancospino fiori.


CAMOMILLA

ABITAT: Infestante delle colture di cereali, incolti e ambienti ruderali, vegetazione sin antropica (0-800, raramente 1500 m). Originaria del Sud-est asiatica (divenuta sub-cosmopolita). E’ diffusa soprattutto nell'area agricola, segnatamente nei campi incolti.

FITOGRAFIA: Pianta erbacea glabra, annuale, alta mediamente 20-50 cm, odorosa. Fusti eretti, o ascendenti, sottili, ramificati superiormente in corimbi. Foglie sessili, alterne, bipennatosette, lunghe 2-5 cm, con segmenti lineari-filiformi, sottili, verdi; picciolo breve. Fiori in capolini globosoconici, di circa 1,5 cm, con una corona raggiante di ligula bianche, strette e tridentate, abbassata dopo la fioritura. Acheni (0,8-2 mm) pallidi, a corona brevissima o nulla.

PARTI USATE: Fiori

COMPONENTI PRINCIPALI: Un olio essenziale ricco di camazulene, farnesene, matricarina, bisabololo, flavonoidi, del glucoside apigenina, apiina, umbelliferone, quercetolo, palustrina, di acido antemico, colina, inosite, eteraxasterolo, resine, gomme e pectine, acidi salicilico, tiglicico, angelico, cumarine, proazuleni, colina, amminoacidi, ecc.

AZIONE FARMACODINAMICA: Sedative, digestive, antiallergiche, calmanti delle nevralgie e degli spasmi dell'apparato intestinale. Vari preparati, per via esterna, si impiegano per la medicazione di fistole, ferite, foruncoli ed eczemi, quando è necessaria una stimolazione della secrezione.

CURIOSITA’: Nell'aroma-terapia sottile, la camomilla comune serve per armonizzare il quinto chakra, quello della gola. Nella simbologia dei fiori, questa pianta rappresenta la forza nelle avversità, ottimo alleato per sconfiggere le ostilità della vita di tutti i giorni.

ALTRI USI: Pianta medicinale ancor oggi di frequente uso familiare, come sedativo, antispasmodico, emmenagogo, ecc. e per uso esterno in alcune malattie della pelle, nelle piaghe, scottature, come oftalmico nelle congiuntiviti, blefariti, ecc.


PAPAVERO

ABITAT: Campi incolti, margini delle strade, coltivati, prati, macerie, fossi dal piano alle zone montane dell’Europa, Africa settentrionale, Asia temperata, America settentrionale, Australia, Nuova Zelanda.

FITOGRAFIA: Pianta erbacea annua, raramente biennale, alta 20-60 cm., pubescente. Radice fusiforme, gracile, semplice, fibrosa. Fusto eretto, solitario, diritto, ricoperto di peluria rigida. Foglie alterne, verdi, picciuolate, vellutate, profondamente pennatifide; lobi oblunghi lanceolati, diseguali, acuti all’apice, il superiore ovale, a contorno inciso dentato. Fiori solitari, terminali, lungamente peduncolati, di un rosso vivo, con una macchia scura alla base dei petali.

PARTI USATE: Petali dei fiori

COMPONENTI PRINCIPALI: Readina (alcaloide), morfina, acido meconico o chelidonico, mucillagine, sostanze coloranti antocianiche (antociano, antocianidrina ed un derivato della cianidina), amido, resina.

AZIONE FARMACODINAMICA: Bechica, diaforetica, narcotico-sedativa, sedativa bronchiale. Impiego terapeutico. Angina, Asma bronchiale, Bronchite catarrale acuta, Febbri eruttive, Insonnia, Pertosse, Tosse bronchiale.

CURIOSITA’: Perché si chiama così: l’etimologia è ignota, risalendo alla più remota antichità; Tournefort nel XVII secolo volle precisarla dal latino pappa o papa, voce infantile (il nostro sostantivo pappa), in quanto era consuetudine mescolare al cibo dei bambini dei semi di papavero, perché potessero dormire. Rhoeas, nome del rosolaccio in latino, dal greco réo, cado, allusivo alla facilità con la quale cadono i petali. Papaver.

ALTRI USI: Per la bellezza: I'infuso preparato lasciando riposare per dieci minuti cinquanta grammi di petali essiccati di papavero in un litro di acqua bollente costituisce una buona lozione tonificante ed emolliente, Andrà applicato tiepido sul viso sotto forma di compresse e lasciato agire per una ventina di minuti. Per la cucina: i petali freschi dei fiori di papavero vengono utilizzati per colorare di rosso sciroppi, confetture, bevande. Le innovazioni primaverili costituiscono invece un’eccellente verdura, dal gusto delicatissimo: si coglieranno i cespi a rosetta delle foglioline appena spuntate, facendo bene attenzione a non confonderli con quelli di altre erbe simili. Le foglioline si fanno lessare e quindi si cucinano come gli spinaci: sono ottime in insalata oppure passate al burro o “strascinate” in aglio e olio. Costituiscono anche un buon ingrediente per la preparazione di minestre, risotti e frittate.


LAVANDA

ABITAT: Luoghi aridi e sassosi, terreni calcarei e assolati, nelle zone montane dell’Europa, Africa settentrionale, regioni mediterranee.

FITOGRAFIA: Pianta suffruticosa, spontanea o coltivata, alta 30-60 cm. Radice robusta, contorta, munita di radichette. Fusto legnoso alla base, rami semplici, eretti, quadrangolari, finemente pubescenti. Foglie opposte, sessili, verdi biancastre, lineari, subulate, col bordo revoluto, attenuate alla base, acute. Fiori di un violetto pallido, piccioli, sessili, raccolti all’estremita dei rami in spighe interrotte, formate da glomeruli inseriti alla base di due bratteole strette, lineari, acuminate.

PARTI USATE: Fiori

COMPONENTI PRINCIPALI: Componenti chimici. Tannino, resina, un principio amaro, un olio essenziale costituito dagli alcooli linalolo, geraniolo, cineolo, borneolo, combinato con gli acidi acetico, butirrico, valerianico e tracce di pinene.

AZIONE FARMACODINAMICA: Antiisterica, antisettica, antispasmodica, carminativa, diuretica, stimolante, tonica, vulneraria.

VIA INTERNA: Asma, Cefalgia, Cerebrastenia, Flatulenza, Frenonevrosi, Idronefrosi, Inervescicale, Ipocondria, Isterismo, Laringite, Nausea, Prosopalgia, Singhiozzo, Tosse convulsa, Vertigine, Vomito.

VIA ESTERNA: Abrasioni, Angioneurosi cutanca, Contusioni, Ferite, Nevralgie, Onichiaie.

CURIOSITA’: Perché si chiama cosi: Lavandula, dal latino lavare, allusivo alla abitudine di rofumare l'acqua del bagno con la pianta. Officinalis, delle farmacie. Nomi popolari: cado, guzema.

ALTRI USI: Per la bellezza: molteplici sono gli usi della lavanda in fitocosmesi. Oltre al classico impiego dei suoi fiori nell'acqua del bagno o per preparare la celebre “acqua di lavanda”, ricordiamo che I'infuso di fiori di lavanda costituisce un’ottima lozione purificante per pelli acneiche ed un buon dopo shampoo per capelli grassi. Tra le tante preparazioni casalinghe segnaliamo quelle dell’olio e dell'aceto aromatico. Per la cucina: le foglioline e i fiori di lavanda, usati in piccole dosi, costituiscono un buon aromatizzante delle carni alla griglia. Altri usi: i fiori di lavanda, messi nei cassetti e negli armadi, li profumano gradevolmente e tengono lontani tarme e insetti.


BIANCOSPINO

ABITAT: Cespuglieti, macchie, siepi, boschi xerofili degradati, boschi termofili e submesofili, boscaglie ripariali, (0-1500 m). Distribuzione: paleotemperata; l’areale del Crataegus monogyna in Europa si estende dai Pirenei all'Inghilterra, alla Scandinavia, alla Grecia, fino al confine con l'Asia minore. Relativamente comune in tutta l'area boscata del Parco dell'Oglio Nord, più raro nelle aree agricole.

FITOGRAFIA: Il biancospino è arbusto o alberello deciduo, spinoso, alto fino a 5-6m, con chioma espansa ed intricata; rami forti e tortuosi; spine forti, lunghe, derivate dall'apice di rametti. Gemme da globose ad angolose. Foglie caduche, picciolate, alterne. Corolla con 5 petali subrotondi, bianchi. Il frutto è una drupa ovale o globosa, di 6-9 mm, rosso corallo, con un solo seme giallo.

PARTI USATE: Fiori e foglie

COMPONENTI PRINCIPALI: I principi attivi dei fiori sono i flavonoidi (rutina, iperoside, vitexina-ramnoside) e le correlate proantocianidine. I glicosidi del flavonolo presenti nelle infiorescenze sono principalmente rappresentati da rutina, iperoside e spireoside. I principali derivati flavonoidici presenti nelle foglie sono invece la epicatechina e/o la catechina e relative procianidine. Acidi fenolici semplici (gli acidi clorogenico e caffeico). Nei costituenti non fenolici vi sono composti caratteristici come i triterpeni pentaciclici (come gli acidi oleanolico, e ursolico) e l’acido crategolico.

AZIONE FARMACODINAMICA: Si usano i fiori nei disturbi di ipotensione e ipertensione, nelle nevrosi cardiache, nelle palpitazioni e nell'angoscia derivate dalla menopausa, insonnia, emotività, stress, squilibri neurovegetativi, arteriosclerosi, insufficienza coronarica e angina pectoris. La loro azione è altresì utile in vari disturbi nervosi e nelle vertigini.

CURIOSITA’: Il genere Crataegus forse coniato dal grande scienziato greco Teofrasto, prende nome dalle parole greche krataigos, kratos, forza, per la durezza del legno, per la tenacia di questo genere di piante e la loro longevità. Gli antichi Greci indicavano con questo nome l'azzeruolo (Crataegus azarolus); monogyna, significa: “con un solo pi-stillo”, dal greco monos, uno e ghine, donna (essendo il pistillo l'organo femminile del fiore).

ALTRI USI: I suoi frutti sono commestibili anche da parte dell'uomo e ricchi di vitamina C. Nel linguaggio dei fiori il biancospino è il simbolo della prudenza, ma nell'antica Grecia e Roma era auspicio di speranza, matrimonio e fertilità.


TISANE DEL MONASTERO

Tisane di antica formula Monastica, composte da piante officinali prive di pesticidi e conservanti. Utili per migliorare lo stato di salute. Sono spesso molto apprezzate per il loro gusto ed aroma, il loro utilizzo si associa ad uno stile di vita sano e sostenibile.

L'uso delle tisane nella tradizione monastica risale ai primi secoli del cristianesimo. I monaci, che vivevano in comunità isolate, erano alla ricerca di modi, per mantenersi in salute e prevenire le malattie. Le piante officinali, che erano abbondanti nei loro giardini, fornivano loro una fonte naturale di rimedi. Erano anche esperti erboristi e farmacologi. Hanno sviluppato un'ampia conoscenza delle proprietà curative delle piante e hanno raccolto e conservato le loro conoscenze in trattati e manoscritti. Questi testi, che sono stati tradotti e copiati in tutto il mondo cristiano, hanno contribuito a diffondere l'uso delle tisane in Europa e in altre parti del mondo.

Le tisane erano usate dai monaci per una varietà di scopi. Venivano utilizzate per curare malattie, alleviare i sintomi, migliorare la digestione e la salute generale. Venivano anche utilizzate per scopi spirituali, come la meditazione e la preghiera.


Rilassa e facilita il sonno
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