Per l’indissolubile legame che ci unisce al nostro Creatore e Signore, perché come sue creature, profondamente coinvolti nel mistero della redenzione, dobbiamo credere che tutto il bene e tutto il male del mondo si riconciliano in Cristo immolato per redimerci e risorto per renderci partecipi della sua stessa natura. In questo si racchiude tutta la nostra storia di vita e di morte, di peccato e di misericordia, di bene e di male. Anche quanto stiamo vivendo ai nostri giorni come umanità, come Chiesa, come singole persone appartiene a Dio: è Lui il Signore e custode della storia, custode di tutti e di ognuno, è Lui che incessantemente ama di tenerissimo amore i suoi Figli. Ci ama perché creati a sua immagine e somiglianza, ci manifesta più intensamente il Suo indefettibile amore quando ci ha visto e ci vede macchiati dal peccato, immersi nelle nostre povertà. Con questa consapevolezza San Paolo intona il suo inno di ringraziamento e di lode: “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo”. (Ef 1,3-6)
Ed ecco in sintesi l’“Opera” divina, il progetto mirabile della nostra Redenzione, l’annuncio della Pasqua: «Il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo» (1 Gv 4,14). «Egli è apparso per togliere i peccati» (1 Gv 3,5): La nostra natura, malata, richiedeva d'essere guarita; decaduta, d'essere risollevata; morta, di essere risuscitata. Avevamo perduto il possesso del bene; era necessario che ci fosse restituito. Così comprendiamo che la Pasqua è il “compiuto” di Dio, offerto e donato a noi, nell’assoluta gratuità, possiamo dire per l’esuberanza incommensurabile del suo amore. Egli ci chiede di alimentare e far ardere la fede per comprendere e vivere nella gioia il dono di Dio. Infatti, afferma ancora San Paolo: “Vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch'io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture. (1 Corinzi 15:3-4)
La risurrezione di Gesù è la verità fondamentale della nostra fede in Cristo, è da credere e vivere come realtà centrale del mistero pasquale insieme con la croce: “La nostra Pasqua infatti, cioè Cristo, è stata immolata per noi. Celebriamo perciò la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malvagità e di malizia, ma con azzimi di sincerità e di verità”. (1 Cor 5:7,8)
Da veri cristiani dobbiamo perciò audacemente augurarci e trasmetterci un tenace desiderio da parte di tutti gli uomini di ricomporre le fratture, di rimarginare le lacerazioni, di instaurare, a tutti i livelli, un'essenziale unità nel sacro vincolo della pace. Tale desiderio, oltre la forza della fede, comporta in tutti gli uomini una vera universale nostalgia di riconciliazione, come quella testimoniata dal buon ladrone. Egli, pur senza la pienezza della fede, implora: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno!». (Lc 23,42). Così potremmo “vedere” come la Pasqua ha, per il dono immenso meritato dal divino Redentore, la forza di pervadere di motivata speranza il cuore di ognuno. Che giunga finalmente l’incrollabile convinzione che al disopra di ogni umana stoltezza, più forte del peccato, c’è l’Amore. È urgente che un atto universale di volontà libera e totale vinca il peccato e, con esso, la morte. La libertà pienamente libera di Gesù di Nazareth ha operato questa redenzione più radicale del peccato stesso.
Per vivere la Pasqua, come una vera rinascita, è indispensabile, per espressa volontà divina, la materna presenza di Maria, la Mediatrice di grazia; risuonano come dono prezioso le parole con le quali Gesù, dopo il tutto è compiuto, ci dona la Madre Sua e ci affida a Lei, “Ecco tua Madre”. Lei già piena di grazia, ulteriormente arricchita dei meriti della passione di amore intensamente condivisa con il Figlio sulla croce, attira a sé tutti i suoi figli. Come la nascita del Verbo incarnato, per volere del Padre celeste, è avvenuta con il Fiat della Vergine Maria, così la nostra rinascita in Cristo, il vissuto reale della nostra Pasqua, avviene e si compie in Lei, nella Madre sempre vergine, perennemente feconda. Lei ha la capacità non soltanto di schiacciare la testa al serpente, come vaticinato sin dal principio da Dio stesso, ma come Madre dei credenti, di farci rinascere come figli sull’impronta del Figlio suo, dotati della somiglianza soprannaturale di Gesù, vero Dio e uomo perfetto. Così la redenzione si incarna in noi, così possiamo godere in pienezza della Pasqua, così la Regina della pace diventa la Madre della nuova umanità, della Chiesa nuova. Il mondo, ora in preda a penoso disordine, tornerà ad essere un giardino, come Dio ce lo aveva donato all’inizio. È Lei, la Madre, la divina giardiniera, Lei il fiore più bello del giardino di Dio, Lei, la Madre, la nostra Pasqua. Ripetutamente ai nostri giorni Lei ci soccorre in modo eccezionale con le sue apparizioni e i suoi messaggi; si è definita “Regina della Pace”; che sia il dono della sua Pasqua.
Maria, Regina della pace, tu che avesti fede e credesti che si sarebbe compiuto l'annuncio dell'Angelo, aiutaci a crescere nella fede, a essere saldi nella speranza, profondi nell'Amore, perennemente grati per i doni del Cielo.
Buona e santa Pasqua in Gesù e Maria, Regina della pace.
I monaci del Monastero San Vincenzo – Bassano Roman (VT)