Sussurri dal chiostro: Buon Natale - Happy Christmas - Szczesliwego Nowego Roku "Anno Domini 2016

Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa, mentre la notte giungeva a metà del suo corso, il tuo Verbo onnipotente, o Signore, è sceso dal cielo, dal trono regale.

"Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, questo è il suo piano di amore, a lode e gloria della sua grazia. Egli ci ha conosciuti da sempre, e ci ha predestinati ad essere conformi all'immagine del figlio suo; a lode e gloria della sua grazia" (Ef 1,5 - Rm 8,29).

È I grandi della terra ci illudono, si propongono come nostri tutori ma poi spesso ci ingannano; misurano la loro presunta grandezza con il potere di cui godono; traggono vanto dalle umane ricchezze e abitano nei palazzi..., dominano sui più deboli e si alleano con i più forti.  Il profeta così li descrive: “Si dicono menzogne l'uno all'altro, labbra bugiarde parlano con cuore doppio; parlano di pace al loro prossimo, ma essi vogliono la guerra e hanno la malizia nel cuore”. In modo più esplicito lo stesso profeta, conscio delle umane fragilità, afferma: “Maledetto l'uomo che confida nell'uomo”. Gesù sintetizza in modo più esplicito la sorte di chi si ritiene “ricco”: “E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli”. L’uomo infatuato dalla sua presunta grandezza, ha serrato le porte del Cielo perché, prono sulla terra, si ritiene autosufficiente e autonomo. Il pensiero di Dio, il Suo agire con noi, le sue teofanie, contrastano e contraddicono totalmente l’umana presunzione. L’Amore divino in tutte le sue manifestazioni, è sempre adorno di grazia e di umiltà: Dio non è nel vento, non è nel terremoto, non è nel fuoco, ma si svela nel mormorio di un vento leggero e lo si percepisce con l’orecchio dell’anima scevro da grevi inquinamenti e con la lampada della fede ben alimentata. Egli si fa piccolo per noi, più piccolo di tutti noi. La Sua infinita grandezza, la sua onnipotenza, si svela e si nasconde nel filo d’erba che spunta, nel seme che germoglia, nella farfalla che vola e ancor più in quell’alito di vita che ci crea. Ci sorprende e ci colma di meraviglia quando nella pienezza dei tempi, offeso dalla nostra arroganza, vuole rendere visibile e comprensibile la Sua misericordia: l’Amore dell’Onnipotente, perfetto, puro, inviolato si lascia imbrattare dal nostro peccato. Per questo si spoglia della grandezza, diventa seme creativo nel Fuoco dello Spirito e rende feconda la Vergine incontaminata. Ed ecco il dono: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio“. Sembrerebbe insufficiente, inadeguato quanto ci viene dato come terapia ai grandi guasti del peccato e tutti i nostri mali: un bambino per sanare il mondo!? Non è facile comprendere che la prima prodigiosa medicina improntata per noi dal Signore si racchiude proprio in quella nascita, in qual Bambino, in quella umile ancella, in quella grotta disadorna e fredda. È una nascita che ricrea ognuno che entrato, accetta la terapia della divina misericordia e della grandissima umiltà nei modi con cui il buon Dio ce la vuole donare. Entriamo insieme nella grotta, ma deponiamo prima i nostri sogni di grandezza: è necessario inchinarsi profondamente, prostrarsi a terra dinanzi a Colui che pur essendo di natura divina ha spogliato se stesso per rivestirci della dignità di figli. Sì, è un bambino, ma se lo contempliamo e adoriamo alla luce della fede, è il Figlio di Dio. Egli viene a redimere l’umanità, viene a donarci la sua stessa natura divina. Ancora chinati e proni scopriamo l’incontenibile santa energia del Bambino, ammiriamo Giuseppe, l’umile custode e ci beiamo dello splendore della Vergine purissima: è la madre dei viventi: è anche la mia e la tua Madre: se umili e piccoli, in Lei, perennemente feconda e vergine, è possibile rinascere a vita nuova sulla stessa impronta di Cristo. Quanta luce splende in quella grotta! Lì cielo e terra si sono fusi da un irresistibile vincolo di amore; lì il mondo è pulito: già possiamo contemplare e sentire la storia redentiva della Croce perché quel Bimbo che vagisce con la sua apparente fragilità, ha già espiato il mio e il tuo peccato: abbiamo potuto ascoltare il canto degli angeli, l’inno della gloria e della pace e abbiamo compreso con infinita gioia di poter far parte della schiera dei risorti. Usciamo ora dalla Grotta, andiamo a vivere insieme tutta la gioia del Natale.


I Monaci Benedettini Silvestrini del Monastero san Vincenzo.
Bassano Romano 201
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