Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti. (1Re)
È Natale!
Ascolta la voce di un Bimbo: “Chiunque tu sia, almeno per un po’, insieme ai monaci del Monastero San Vincenzo, fermati alla mia presenza: guarda, taci, apri mente e cuore. Ecco: Io vengo, mi faccio conoscere nei segni del mondo e nella luce del presepio. Vieni, ti attendo. Vedi, piccolo grande uomo, con sempre maggiore frequenza in questo vostro mondo spirano venti, venti impetuosi e gagliardi da spaccare i monti, spezzare le rocce, agitare i mari, far cadere i ponti e sbriciolare i vostri deboli pensieri, fino a spazzar via la fede e far morire ogni speranza, ma Io, il Signore, non sono nel vento. Io sono l’armonia e la pace. Non c’è nulla di mio nella violenza. No, non è questo il mio Natale. Io alito Amore, Io sono la fonte stessa della Vita!
Voi di quaggiù, siete spesso atterriti dal forte tremore della terra, il terrore che sconvolge, il crollo in pochi istanti delle false e fragili umane sicurezze, ma io, il Signore, non sono nel terremoto. Non è questo il mio Natale. Il vento, i terremoti… poi il fuoco gagliardo che brucia le foreste, e i molti roghi sparsi che avvampano ovunque sulla terra, bruciano la vita, bruciano virgulti del bene e nel livore ne seccano i germogli, spengono i fluidi buoni dell’amore, ma io, il Signore, non sono nel fuoco, non arde così l’amore mio.
Dopo le sconfitte e le paure, dopo lo smarrimento e le violenze reiterate, ecco una attesa luminosissima stella, un umile sussurro, il mormorio di un vento leggero da percepire nel silenzio con l’udito del cuore. È l’annuncio divino alla piccola Maria, è l’eco suadente di un canto di pace e di perdono che viene dal Cielo e vuole dirti “eccomi” e così convincerti che Dio, ancora una volta, viene, nasce per te, nasce per tutti. Vengo a calmare i venti, a sedare i terremoti, a spegnere i fuochi, calmare i mari e a dare vita e pace.
È il mio Natale vero; è l’attesa del Padre che guarda lontano e attende il Figlio che ritorna. È l’abbraccio, il bacio e le festa. È il respiro nuovo, l’alito divino che pervade, ricrea, illumina e dà vita. È la vera pace. È un canto celestiale, un canto nuovo che suade e t’invita a tendere l’orecchio, ad accostarti all'ingresso della grotta.
Una voce però in verità ti dice: «Chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante». Che fai uomo? Devi chinarti per entrare, nella piccola porta della grotta dove non entrano le altezze perché accoglie l’estrema umiltà divina e l’umana candida purezza. Copriti il volto, non farti accecare dalla Luce, fermati. Indossa un abito umile e pulito. Ed ecco, senti che nel gemito, il Bimbo ti accoglie e ti ripete: «Sono pieno di amore per te; sono il Signore degli eserciti, il Figlio di Dio, il Figlio dell’Eterno Padre. Sono nato poiché tu, piccolo uomo, e tanti come te, avete abbandonato l’alleanza con il buon Dio, per illudervi di false libertà; avete costruito torri e grattacieli, avete demolito i miei altari, seguite falsi profeti e idoli di terra. E i venti, le fiamme e i terremoti segnano di lacrime i vostri giorni tristi.
Se vuoi ancora entrare nel santuario della grotta, celebrare con me un bel Natale devi prostrarti dinanzi a me Bambino. Sono il Dio vivo, incarnato nel candore di una Vergine, sono il Figlio dell’Altissimo perché tu in me possa trovare un fratello e nella vergine una Madre… così puoi rinascere e celebrare con me la vita nuova, il tuo più bel Natale.
Così, ritrovata la tua prima impronta, specchiandoti in me, nel Bimbo di Maria il mio Natale sarà anche il tuo Natale. Così sarà una festa di luci vere in cielo e sulla terra, nella grotta e in ogni dove; di certo anche nella tua casa insieme ai tuoi, insieme a noi, tuoi amici Monaci!
Buon Natale e tutti!