Trovare poi unrifugio all’apertoe dormire alla diaccio comportava disagi e seri rischi. Ecco per tutti gli smarriti una saggia ed opportuna “invenzione” monastica: la campana degli smarriti! Quando calava il sole nei monasteri posti lungo i percorsi della francigena, il monaco campanaro di turno saliva sul campanile e, batacchio alla mano, faceva echeggiare i rintocchi tutto d’intorno. Il suono doveva durare a lungo, era il segnale di orientamento per gli smarriti. Quei rintocchi lenti e cadenzati consentivano di muoversi con sicurezza in direzione del monastero guidati da quel suono, e lì trovavano accoglienza, alloggio e vitto.